martedì 12 novembre 2013

Fortini NON è colpevole: mancano prova e movente

Il 7 marzo del 2008, a Isernia, viene trovato il corpo morto di Marinalba Costa Silva, una brasiliana di 48 anni, accoltellata, presumibilmente, il giorno prima, il 6 marzo. La ritrovano fredda cadavere, bocconi, con la faccia appoggiata sul pavimento del monolocale in cui menava la sua routine, mezza spogliata, con un ben grosso fallo di gomma (agganciato alla cinta che normalmente indossano le donne che si scopano fra di loro; indossato da un uomo, dovrebbe spingere sul pisello e sullo scroto, risultando disagevole, oltre che inutile), posto, esattamente sul centro perfetto dello spacco fra le natiche, su di lei dopo morta - probabilmente dall'assassino, o dagli assassini - in un contesto completamente a soqquadro.

 Il giornalista di RAI3, a poche ore dal ritrovamento del cadavere, ipotizza che si tratti di una delle due ipotesi: omicidio o suicidio. Marinalba rappresenta lo stereotipo della tardona brasiliana: sempre allegra, solare, godereccia, gentile con tutti, un po' ballerina e un po' puttana.

Gli agenti del comando dei carabinieri competente per l'omicidio della prostituta, fanno le solite indagini e brancolano nel buio; sennonché, ancora una volta, si decidono di far indirizzare le indagini dai tabulati telefonici. Ed ecco il ragionamento che hanno fatto gli "investigatori":

a) la vittima ha due telefoni cellulari; uno per i familiari e uno per i clienti;

b) i due telefoni non sono rinvenuti nel monolocale in cui è stato trovato il corpo della vittima; quindi sarebbero stati sottratti da chi ha ammazzato la Marinalba;

c) analizzando i "tracciati", i famigerati tabulati telefonici, si vede che i due telefonini sono accesi entrambi fino alle 12:04 del 6 marzo 2008; come fanno a saperlo? Perché alle 12:04 Marinalba riceve una chiamata e qualcuno risponde al suo telefono; ergo, Marinalba è ancora viva. Però, alle 12:22 i due cellulari sono entrambi spenti; ergo, Marinalba è morta. In base a quest'impianto ideologico, una persona è viva solo quando ha i telefoni accesi. Se però li spegne per andare a dormire, o per scopare con qualche cliente, o per fare giochi erotici con coppie scambiste, o se ha le batterie scariche, o se si dimentica di accenderli, o se gli sono caduti tutti e due i telefonini nel cesso pubblico di un bar di Punta Marina di Ravenna, mentre si cambiava il costume da bagno, allora vuol dire che è morto;

e) agli assassini converrà bene tenere acceso il telefono delle vittime dopo gli omicidi; converrà loro di spegnerlo solo quando saranno ben lontani dal luogo del delitto, in compagnia di numerosi testimoni rispettabili che forniranno loro l'alibi; perché solo allora, solo quando spegneranno il telefono della vittima, l'ora della morte verrà stabilita dagli inquirenti. Converrà pure alle vittime di allungarsi la vita; l'unico che si lamenta è il povero sventurato che finisce in trappola nella rete dei detective superficiali.

e) E allora cosa si fa? Si indaga su tutti i clienti che hanno telefonato alla puttana brasiliana prima delle 12:22 di quel giorno. Fra loro, il giovanissimo e sfortunatissimo Ignazio Fortini, che si presenta dai carabinieri in buona fede, collabora, parla, firma verbali, anziché avvalersi della irrinunciabile facoltà di non rispondere, oppure, meglio ancora, anziché scappare subito in uno stato estero.

f) Il povero giovane, inesperto e malcapitato, Fortini, senza ripararsi in nessuna maniera, se non con qualche veniale imprecisione nelle dichiarazioni rilasciate ai verbalizzanti illetterati, continua a dire e penare che, "siccome non ho fatto niente, non c'è nulla di cui preoccuparsi".

g) Il pubblico ministero, gli assai poco dirozzati carabinieri, e tutto il collegio giudicante dell'infelice Corte d'Assise di Campobasso, si meravigliano del fatto che, in un paese di 500-1000 anime, in cui si conoscono tutti, dove tutti sono sempre disposti a darsi una mano l'uno con l'altro e nessuno pensa mai ai cazzi suoi, un giovane di poco più di 20 anni cerchi di negare di essere andato con una puttana brasiliana, per di più oramai giubilata. Il fatto che egli neghi la circostanza peggiora la sua situazione da sospetto ad accusato. E si aprono le porte del carcere, per poi richiudersi e tenercelo dentro. Questo fatto scoccia parecchio; perché gli uomini italiani sono la prova vivente della falsità di certi atteggiamenti ipocriti; non solo tutti gli altri clienti della puttana brasiliana, quando sono intervistati, in principio, negano di averla frequentata, ammettendolo solo dopo, incalzati sotto interrogatorio - "perché" - secondo il PM, il quale, timorato da un'educazione materna inflessibile, non è mai andato a puttane in vita sua - "non hanno niente da nascondere" - non solo; gli uomini italiani sono famosi in tutto il mondo per essere gran puttanieri; non è affatto un caso che proprio Rio de Janeiro è la città con la maggiore concentrazione d'italiani e neppure è una coincidenza il fatto che, tanto in Romania che a Cuba e a Phuket, le puttane hanno oramai imparato a parlare in italiano, tanti sono i loro clienti italiani; e gli italiani fanno la fila per andare a fottere prostitute navigate persino in strada, non importa se nigeriana, senegalese o camerunense; questo capita solo perché non riescono più, come un tempo sempre facevano, a scopare le mogli degli amici intimi, dei fratelli, dei colleghi o, per i più fortunati, dei capufficio e dei capireparto; gli italiani sono affamati di sticchio e sono sempre lì a tenere il moccolo, sperando di scopare senza pagare, perché sarebbero disposti a passare sul cadavere delle proprie madri pur di scoparsi le proprie sorelle. Tutti negano. Nessuno va mai a puttane in Italia. Nessuno guarda i video porno e nessuno si fa le seghe. Mai. Negare, sempre negare. Però, in tribunale, no, non si può negare di essere andati a puttane; altrimenti si è assassini, e non più solo bugiardi, come tutti gli altri. "Padri di famiglia, ragazzi prossimi al matrimonio, che, per ovvie ragioni, non volevano rivelare queste circostanze"...di aver scopato la tardona brasiliana per cento-duecento euro a testa. Lo stesso PM lo ricorda a parole sue.

h) Nessuno approfondisce la questione opaca dell'amico Guglielmo Di Stavolo; egli ammette di essere stato lui a dare il numero della vittima al Fortini, dopo averlo prima negato; però lui non ha mai chiamato la puttana con il suo cellulare, non risulterebbe, dal suo tabulato non risulta, e questo basta a farlo scomparire dalla lista dei sospetti. Avete controllato bene i tabulati? Non potrebbe egli avere più di un numero telefonico? E non potrebbe averla chiamata da casa, o da un bar, o dall'ufficio, o da casa di un amico, o da un telefono pubblico, o dal telefono della casa di sua mamma, mentre lei guardava la TV, o usando il telefono dell'amico? - "Sai ho la batteria scarica, ho finito il credito....posso usare il tuo?"

i) Cosa dice al Fortini il Di Stavolo? Dice che - è una bella scopata - "vale la pena". Ma "non la conosce, non l'ha mai vista viva". Ha il numero sul suo cellulare e però non lo ha mai usato; dice che è bella e che scopa bene, perché lo ha sentito dire; da chi? "Non ricordo chi me l'ha detto". E non ci sono altre domande da fare a questo vago personaggio, che risulta al lavoro all'ora - presunta dal tabulato telefonico - del delitto, perché lo dicono i cartellini presenze? Non è assolutamente possibile che uno, dopo aver registrato la presenza, si assenti dal luogo di lavoro? Se non è possibile, come mai a Roma abbiamo sempre visto i bar e i ristoranti gremiti, per ore, di dipendenti pubblici, durante l'orario di lavoro? Non si è veramente mai visto uno che "timbra" al mattino ed esce subito dopo per un cappuccino?

l) Avendo scopato la puttana brasiliana, il povero Fortini ha evidentemente lasciato tracce organiche nel preservativo, sulla sigaretta, e qualche impronta sulle maniglie che, assieme alle tracce di centinaia di altri puttanieri, gli agenti della scientifica hanno prontamente individuato ed isolato; in quel gran casino di monolocale, più disordinato di una baracca delle Favelas, non si sono trovate impronte, tracce di sborra, o di saliva, del Di Stavolo.

m) Uno dei due telefonini scomparsi viene ritrovato con la Armenti Luciana, un'altra che si è scopato il povero Fortini. La donna testimonia contro il Fortini, non si sa cosa dice perché delle tre discordanti versioni date, nessuna è stata fatta davanti alle telecamere; però sostiene che il telefonino sia un regalo del Fortini. In tribunale, per conto dell'Armenti, vanno un paio di amiche cretine che depositano testimonianze per conto dell'Armenti. È procedura penale? Il teste principale non si presenta di persona; però ci vanno le sue amiche a testimoniare, basandosi su ciò che avrebbero sentito da lei.

n) Certo uno vorrebbe sapere come quel telefonino sia capitato in mano all'Armenti; e chi lo sa? Comunque, anche non tenendo conto del fatto che il grosso fallo di gomma sia per uso femminile (cioè, ha quella cintura che si allaccia attorno alla vita di chi il fallo non ce l'ha, quando si fanno giochi erotici con altre donne o con uomini; all'uomo, il fallo di gomma con bretella non serve), la prova del possesso del telefonino in capo al Fortini non è dimostrato. Lo dice Armenti, ma il telefonino è in mano sua di lei. Qualcuno ha indagato se Armenti ha rapporti con la vittima o con il suo ambiente? Come testimone non è attendibile, perché viene chiamata tre volte a chiarire le sue contraddizioni, anche se al buio. Il metodo probatorio è superficiale, discutibile ed arbitrario.

o) Movente. Secondo il PM il movente è da ricercare nello "stress" di qualche difficoltà economica del Fortini. Come dire che in Italia, con 3 milioni di disoccupati, dovrebbero esserci almeno 3 milioni di altre persone, come minimo, con lo stesso movente per ammazzare a coltellate qualche puttana brasiliana.

p) Dice il PM, visto che ha problemi economici, avrà litigato con la puttana per pagare di meno. Lei non voleva e lui l'ha ammazzata.

q) Poi, il PM ipotizza che, siccome, secondo lui, che ha intervistato un paio di puttane che ha scopato il Fortini, non si sanno i nomi ma saranno le stesse due tre puttane che maneggiavano quel telefonino famoso, le quali dicono che il Fortini veniva presto e non faceva preliminari; Fortini scopava e basta, senza preliminari; e secondo il PM, questo fa di lui un assassino.

r) Il PM sottopone il pover o Fortini anche a misurazione del pisello; gli si mette uno strumento che sarebbe in grado di misurare l'erezione, l'eiaculazione e tutte le altre funzioni; che aggeggio sarà?

s) il PM tenta di far rilevare teorie sessuali che cava da qualche pericolosissimo libro di psicanalisi sui quali ha capito un cazzo; e però il Fortini è in carcere.

t) Secondo il PM con una prostituta bisognerebbe fare preliminari, baci, carezze, leccate di capezzolo, leccate di clitoride, baci appassionati con voluttuosissima lingua - sperando che alla puttana brasiliana di mezzo secolo non caschi la protesi - e solo dopo, penetrarla dolcemente, far vibrare in lei la lunga asta in stato di assoluta erezione, attendere di farla giungere all'orgasmo.....e non, come il Fortini, che invece le considera prostitute, e quindi ci va carico, viene e si riveste.

u) Tesi del PM; Fortini soffre di eiaculazione precoce; ergo vuole pagare di meno la puttana, anche perché ha problemi economici, ergo, Fortini Ammazza la troia.

v) Anche il PM percepisce l'assurdità delle costruzioni pazzesche dell'arbitrio che secondo lui sarebbe il movente; e, per corroborare la sua tesi accusatoria criminale, si rilancia sulle sue pericolosissime letture da dilettante di manualetti di psicoanalisi portabili; e così introduce la questione del "TRANSFER".

z) A S. Vittore c'era uno scambio di coppie, Fortini dice che ci è andato con Di Stavolo; sono tutti in fila per scopare questa donna, Di Stavolo scopa prima ma viene subito; poi s'innervosisce per aver sputtanato 150 Euro (e chi non si sarebbe innervosito? Gli italiani sempre cercano di scopare gratis). L'accusa dimostra che Di Stavolo non è andato in questo locale che si chiama scambio di coppie, e allora vuol dire che tanto basta per dimostrare che Fortini "è un assassino". 



Le tragiche conclusioni
La pazzia delle modalità accusatorie è lampante; la vittima ha il fallo puntato sul buco del culo; possibile che non si sia tentata l'indagine a sfondo sessuale? La prova a carico di Fortini non si è formata e allora bisogna assolvere. E invece condannano, in primo, secondo e terzo grado.

Questo comporta una serie di conseguenti considerazioni logiche:

1) farsi processare in Italia è pericolosissimo; meglio sparire, e questo vale più per gli innocenti che per i colpevoli, perché, per i colpevoli, soprattutto se criminali di professione, lo Stato trova sempre qualche aggiustamento a loro favorevole.

2) Evitare a qualunque costo la corte d'Assise; in corte d'Assise si è condannati quasi sempre e nessuno si preoccupa mai della procedura penale; si è condannati anche senza prove; valgono le sensazioni.

3) Meglio non andare a puttane in Italia e, se proprio non si riesce ad andare all'estero, è bene andare a puttane lasciando il cellulare a casa;

4) è meglio non usare il proprio telefono cellulare per telefonare alle donnine allegre; in caso di incidente o disgrazia, si rischia di essere incriminati solo per avere il numero nella cella della memoria del telefono della meretrice;

5) per le vittime degli assassinii - e in genere per chiunque compia delitti e per chiunque sia accusato ingiustamente di compiere delitti - è meglio non usare il cellulare del tutto; lasciandolo a casa si ha che gli investigatori vi credono a casa e continueranno a brancolare nel buio in qualche altro quartiere;

6) per gli assassini: è meglio portare via il cellulare delle vittime e tenerlo acceso fino a quando non si è lontani dal luogo del delitto, quando si è, comodamente, giunti fra i testimoni che forniranno l'alibi;

7) il fatto che non abbiate fatto niente non significa assolutamente che non vi succeda nulla; una volta che un accusatore s'impunta su di voi, non ne uscite più; meglio star lontani dalle caserme, meglio sparire o, quantomeno, meglio tacere fino al processo. Può non giovare ma di sicuro non peggiora la situazione.

8) Meglio un giudice togato singolo o un collegio di giudici togati; mai la giuria popolare, mai. In assenza di prove, i giudici non possono condannare. Almeno in teoria, i giudici togati lo sanno. Ma nessuno spiega mai questo sacrosanto principio del diritto più elementare agli svagati, annoiati e indolenti giudici di Corte d'Assise.

9) Tenere lontano dalla portata dei PM i manuali di psicologia amatoriale.


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